In sintesi
- 🎬 Yara
- 📺 Canale 5, ore 21:20
- 🕵️♀️ Racconta il caso di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa nel 2010, concentrandosi sulle indagini e sulla determinazione della PM Letizia Ruggeri, evitando il sensazionalismo e puntando su un approccio rispettoso e civile alla cronaca nera italiana.
Yara, Marco Tullio Giordana, Isabella Ragonese, Letizia Ruggeri, Yara Gambirasio, cronaca nera italiana: sono queste le entità potenti che dominano la prima serata televisiva di lunedì 23 giugno 2025 su Canale 5 (ore 21:20), proponendo un appuntamento imperdibile con uno dei film più intensi e discussi degli ultimi anni. Il titolo scelto per questa sera è “Yara“, pellicola del 2021 diretta da Marco Tullio Giordana e ispirata al dramma vero che ha commosso e indignato l’Italia intera.
Yara: il true crime che non “sfrutta” ma riflette sulla cronaca nera italiana
Il caso di Yara Gambirasio è ancora scolpito nella memoria collettiva italiana: la scomparsa della giovane tredicenne da un piccolo paese della Bergamasca nel 2010, le indagini serrate, la spasmodica attenzione mediatica. Giordana — già autore di opere cult come I cento passi e La meglio gioventù — qui agisce da cronista e birraio di empatia: distilla i dettagli processuali, ricostruisce con un’attenzione quasi nerd ogni passaggio tecnico della gigantesca indagine genetica che ha portato alla condanna dell’assassino Massimo Bossetti.
Rispetto a tanta serialità true crime (pensiamo ai format anglosassoni spesso morbosamente dettagliati), “Yara” sorprende e spiazza: la protagonista non è Yara stessa, che resta dolente presenza sottintesa, ma la determinazione umanissima e stremata della PM Letizia Ruggeri, interpretata con energia e pudore da Isabella Ragonese. La regia sceglie la strada del rispetto, evitando lo spettacolo del dolore per concentrarsi sulla fatica e l’intelligenza degli investigatori — una scelta stilistica che, per chi segue e ama il filone del cinema civile italiano, rappresenta quasi un manifesto.
Il cast di Yara: recitazione, impatto culturale e cronaca nera
Tra le forze trainanti della pellicola ci sono senza dubbio le interpretazioni del cast: Chiara Bono nella parte delicata e misurata di Yara, Alessio Boni e Thomas Trabacchi tra i volti del dolore collettivo, e la solida interpretazione di Roberto Zibetti e Sandra Toffolatti nelle vesti dei comprimari.
- Isabella Ragonese è la PM Letizia Ruggeri, anima dell’inchiesta e volto ostinato di una giustizia senza scorciatoie.
- Chiara Bono interpreta Yara, presenza tragica e insieme simbolica.
- Alessio Boni, Thomas Trabacchi, Sandra Toffolatti e Mario Pirrello danno spessore alle ombre e alle luci di una comunità in bilico tra sospetto, dolore e bisogno di verità.
Per il regista Giordana, la scelta di raccontare il caso Yara rappresenta l’evoluzione di una carriera votata al racconto degli snodi cruciali italiani; per gli attori coinvolti — in particolare Ragonese — si è rivelata un salto nella profondità emotiva, svolto con rara misura.
Quando il cinema italiano “true crime” conquista pubblico e critica
Pochi avrebbero scommesso nel 2021 che un film così ancorato a una vicenda locale avrebbe scosso il box-office e, soprattutto, conquistato Netflix con record di visioni non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna e nel Regno Unito. Eppure, “Yara” è riuscito a far breccia sia grazie alla concretezza della scrittura sia a un rigore scientifico (il test di massa del DNA raccontato come un giallo a puntate) che ha fatto scuola nella giustizia tricolore. La critica ha premiato questa scelta, sottolineando la capacità del film di evitare ogni sensazionalismo, restituendo la complessità — giuridica, umana, sociale — della storia.
Per gli appassionati di serialità crime e per chi ha seguito le varie docuserie dedicate al caso (come “Ignoto 1” di Sky o il documentario Netflix), “Yara” rappresenta una tappa obbligata: è l’interpretazione italiana del genere, meno prigioniera di cliché e capace di parlare alla testa e al cuore dello spettatore.
La scelta registica di non mostrare mai il delitto in modo diretto ma di puntare tutto sulle reazioni emotive e sui dettagli delle indagini, insieme all’inedito ruolo centrale dato alla PM Letizia Ruggeri, ritratta come persona ferita e perseverante, che riesce a unire coraggio, disagio e rigore, sono elementi distintivi della pellicola e della sua forza comunicativa.
L’eredità di Yara: cinema civile e sensibilità collettiva
L’impatto culturale di “Yara” va ben oltre la ricostruzione fedele di un caso drammatico: il film di Giordana — come accade con le migliori opere di cinema civile — interroga la società sulla giustizia, sulla capacità dell’opinione pubblica di aspettare le verità processuali, sull’uso (e abuso) mediatico della cronaca nera. E lo fa con una forza che deriva proprio dal suo passo misurato, quasi clinico: niente eroi, niente colpevoli perfetti, solo una lunga, paziente tessitura di indizi e speranze.
Stasera, dunque, Canale 5 propone qualcosa che va oltre il semplice film drammatico: con “Yara” ci troviamo di fronte a una storia che ha contribuito a ridefinire il rapporto tra racconto televisivo, indagine giudiziaria e sensibilità collettiva. Un film necessario, che lascia il segno per chi ama la verità dei fatti, la serietà delle regie, la profondità di uno sguardo — e che dimostra quanto il “nostro” cinema sappia ancora offrire grandi storie dal cuore pulsante.
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