Un termosifone che si riscalda solo a metà rappresenta un segnale d’allarme per l’efficienza del riscaldamento domestico. Questa anomalia, causata principalmente da depositi di fanghi e sedimenti minerali, può aumentare significativamente i consumi energetici e compromettere il comfort abitativo. Secondo studi recenti del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, un radiatore parzialmente attivo costringe la caldaia a lavorare più intensamente, traducendosi in bollette più elevate.
La convinzione che basti semplicemente sfiatare l’aria intrappolata nella parte superiore del termosifone è corretta solo in parte dei casi. L’ENEA nel suo rapporto sulla manutenzione degli impianti termici evidenzia come spesso la causa principale del malfunzionamento sia l’accumulo di residui nella parte bassa del corpo radiante, che blocca il flusso dell’acqua calda rendendo il termosifone efficace solo parzialmente.
Termosifone freddo nella parte bassa: riconoscere i sintomi del deposito di sedimenti
Quando un termosifone presenta la parte superiore calda e quella inferiore gelida anche dopo ore di funzionamento, il problema non è l’aria ma i depositi di fanghi. La gravità fa sì che minerali disciolti nell’acqua, ruggine e residui di corrosione si accumulino nel punto più basso del radiatore, creando un tappo fisico che ostacola la circolazione.
I segnali inequivocabili che indicano la necessità di un intervento approfondito includono rumori sordi durante il riscaldamento, presenza di acqua scura durante lo sfiato, rendimento termico inferiore rispetto ad altri radiatori e persistente inefficienza anche dopo ripetuti cicli di sfiatatura. Questi sintomi confermano che il problema non risiede nell’aria intrappolata ma in ostruzioni fisiche che richiedono soluzioni specifiche.
Come scegliere prodotti anticalcare sicuri per radiatori domestici
L’Istituto Superiore di Sanità nelle sue linee guida sulla sicurezza chimica degli impianti domestici sconsiglia fortemente l’uso di aceto o candeggina nei termosifoni. Queste sostanze, corrosive e instabili quando riscaldate in sistemi chiusi, possono danneggiare guarnizioni, valvole e giunzioni metalliche.
Le ricerche del Politecnico di Milano suggeriscono invece prodotti specificamente formulati per impienti termici: disincrostanti a base di acido citrico tamponato, soluzioni anticalcare a pH neutro e fluidificanti termici progettati per rimuovere fanghi ferrosi. Questi prodotti, disponibili nei negozi specializzati, offrono efficacia comprovata senza rischi per le superfici interne del termosifone, agendo a temperature tra 40 e 60°C con compatibilità garantita per acciaio, ghisa, alluminio e rame.
Manutenzione termosifoni: procedure sicure per migliorare l’efficienza
Secondo le normative UNI 11466:2020 sugli impianti termici, per interventi completi è sempre consigliabile rivolgersi a tecnici qualificati. Tuttavia, alcune operazioni di manutenzione leggera possono essere eseguite autonomamente seguendo precise procedure di sicurezza.
Prima di qualsiasi intervento è fondamentale spegnere completamente l’impianto e attendere che i termosifoni siano freddi. Successivamente, chiudere le valvole del radiatore interessato e utilizzare un secchio per raccogliere i residui durante lo spurgo. Se si utilizzano prodotti specifici, è essenziale seguire attentamente le istruzioni del produttore e verificare l’assenza di perdite al termine dell’operazione.
- Spegnimento completo dell’impianto caldaia inclusa
- Chiusura delle valvole di ingresso e uscita del termosifone
- Raccolta dei residui con contenitori adeguati
- Verifica finale dell’assenza di perdite
- Nuovo ciclo di sfiatatura dopo l’intervento
Perché i depositi si formano nella parte inferiore dei radiatori
Gli studi dell’Università di Padova confermano che nel fluido termovettore di un sistema a circuito chiuso, i minerali tendono naturalmente a depositarsi nelle zone a bassa velocità, tipicamente sul fondo dei radiatori. Le cause principali includono la decantazione gravitazionale delle particelle microscopiche, la corrosione interna dovuta al contatto tra metalli diversi e i microflussi parziali che si creano quando una sezione è ostruita.
Nel tempo, questi sedimenti formano un substrato isolante che ostacola lo scambio termico. L’acqua calda non riesce più a raggiungere la parte inferiore in quantità sufficiente, creando quella caratteristica distribuzione del calore che lascia fredda la zona bassa del termosifone anche quando il resto sembra funzionare correttamente.
Benefici della manutenzione regolare per l’impianto di riscaldamento
Una manutenzione regolare dei radiatori offre vantaggi che vanno oltre il semplice miglioramento della distribuzione del calore. L’ENEA sottolinea come questa pratica aumenti la durata del termosifone riducendo la corrosione interna, diminuisca il rischio di blocchi del circolatore centrale e riduca lo stress sulla caldaia evitando cicli prolungati di accensione.
Negli impianti condominiali con distribuzione centralizzata, un termosifone efficiente comporta anche una riduzione dei consumi registrati dai contatori termici. Inoltre, l’eliminazione dei ristagni d’acqua contaminata contribuisce a creare un ambiente domestico più salubre, aspetto spesso sottovalutato ma fondamentale per il benessere abitativo.
Ottimizzazione post-manutenzione e prevenzione futura
Dopo qualsiasi intervento di manutenzione, è possibile massimizzare l’efficienza dell’impianto seguendo le linee guida tecniche dell’ENEA. L’aggiunta di un additivo anticorrosione alla mandata del circuito, del tipo raccomandato dal produttore, può prolungare significativamente l’effetto della manutenzione appena eseguita.
Per impianti con oltre dieci anni di vita, il Politecnico di Milano suggerisce di valutare l’installazione di un filtro magnetico defangatore nel circuito primario, posizionato tra la caldaia e la linea di mandata. Questo dispositivo aiuta a prevenire nuovi accumuli, mantenendo più a lungo l’efficienza ottenuta con la manutenzione e riducendo la frequenza degli interventi futuri.
La corretta equilibratura delle valvole tra i vari termosifoni dell’abitazione rappresenta un ulteriore accorgimento per evitare pressioni eccessive che potrebbero favorire la riaccumulazione di residui in punti specifici del circuito. Questa operazione, sebbene tecnica, può essere verificata anche dall’utente osservando le differenze di temperatura tra i diversi radiatori della casa.
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